Un paese a regola d’arte

Viaggio tra le meraviglie del centro storico

Apecchio è inesauribile. Esplorandola, ci rendiamo conto che non c’è soluzione di continuità in ciò che di interessante possiamo ammirare. Arrivando, come non godere del piacere di superare il fiume Biscubio attraversando il Ponte “a schiena d’asino”, tipica costruzione medievale che trova qui uno dei suoi esempi più pittoreschi. L’immagine così serena che questo angolo di paesaggio sa evocare pare aver ispirato Raffaello nel realizzare la Madonna del Cardellino, capolavoro sullo sfondo del quale appare un ponte la cui sagoma combacia con quello di Apecchio. In pieno centro case, strade e palazzi si aprono come un libro e ci narrano la storia del borgo. Scopriamo le vicende della comunità ebraica, vissuta qui dalla fine del XV secolo, rintracciando la sinagoga, il forno e il cortile dove si celebrava la Sukkot, la Festa delle Capanne. Il Vicoletto, non più ampio di 42 centimetri, ciò che lo rende uno dei più stretti d’Italia, testimonia della furba trovata escogitata per evitare di pagare una pesante gabella imposta dalla Chiesa a quegli ebrei che volevano costruire la loro casa attaccata a quella di un cristiano.
Un altro grande patrimonio è costituito dalle chiese disseminate nel cuore di Apecchio. Spicca, adiacente a Palazzo Ubaldini, il Santuario del Santissimo Crocifisso, noto in passato come Pieve di San Martino, costruita secondo alcune teorie sui resti di un tempio consacrato al dio Marte. Al suo interno, un’opera a cui gli apecchiesi sono particolarmente legati: il Crocifisso ligneo che, secondo la tradizione, protesse i cittadini dal disastroso terremoto del 1781. Non vanno dimenticate inoltre le preziose opere d’arte custodite nella Chiesa della Madonna della Vita, i misteriosi simboli templari che emergono tra i lacerti degli affreschi della Chiesa di Santa Lucia e la deliziosa chiesetta di S. Caterina d’Alessandria, protetta dall’ombra di un lungo viale alberato. Fuori dal perimetro urbano, fa bella mostra di sé un’enorme macina in pietra utilizzata per macinare il guado, erba da cui veniva ricavato l’indaco, colore prezioso usato per tingere tessuti e realizzare quadri, per secoli fonte di ricchezza per Apecchio.

Apecchio

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