Sulle tracce dei nostri padri e l’amore per la propria terra

Quando Gino Girolomoni riportò in vita il Monastero di Montebello

Gino Girolomoni, ex sindaco di Isola del Piano e padre dell’agricoltura biologica in Italia, aveva un sogno, quello di non stare dalla parte di chi distrugge il mondo, ma da quella in cui il mondo, la terra, la natura vengono coltivati, amati, protetti. E questo sogno, Gino Girolomoni, lo plasmò, lo coltivò e lo rese reale. Il Monastero di Montebello ha origini antichissime, risalenti al XIV secolo, così come documentato da Padre Bernardino Pucci, Priore del Monastero nel 1638. Un luogo che gode del fatto “d’esser rimasto intatto e libero dall’acque dell’universal diluvio”, come scrive Padre Pucci, uno spazio coperto di verde, di terreni fertili per i pascoli, circondato da noci, castagni, cipressi e querce. Il Monastero si trova nell’altopiano delle Cesane, tra Urbino, Fossombrone e Isola del Piano e venne riportato in vita, da rudere qual era, da Gino Girolomoni, che decise di trasformarlo nella sua abitazione, ma anche in un luogo di scambio di riflessioni, di cultura sulla civiltà contadina. Oggi è sede della Fondazione Girolomoni, che si occupa di attività culturali e incontri dal vivo, della Fattoria didattica e del Museo della Civiltà Contadina “Sulle tracce dei nostri padri”, oltre che un rifugio per quanti vogliano scappare dalla confusione quotidiana e ripararsi in un luogo ameno (il Monastero di Montebello è anche un bed and breakfast, con cinque camere per alloggiare e due sale meeting per riunioni o attività di diverso genere, da yoga a meditazione, e con altre sei camere nella vicina Locanda Girolomoni). Interesse particolare lo suscita proprio il Museo, nato negli anni Settanta, che è suddiviso in due sezioni: una ospita reperti di ceramica e fonti scritte sulle testimonianze delle civiltà che via via si sono susseguite nel territorio delle Cesane. La seconda comprende attrezzi e utensili impiegati dalla società contadina, dunque birocci, calessi, aratri in legno, ma anche gli arnesi utilizzati dagli artigiani di una volta, dal fabbro allo scalpellino, dal calzolaio al vasaio. Il Museo comprende anche dei mulini a pietra e un pastificio, visitabili su prenotazione. Nel 1977 Gino Girolomoni è stato il principale fondatore di una cooperativa che fu uno dei primi produttori a introdurre il biologico nelle Marche, in Italia e oltre: solo nel 1987, infatti, fu dato alle stampe il primo regolamento europeo sul metodo di produzione biologico. Insomma, un amore sconfinato per la terra, per il territorio, per la natura e il mondo.

Isola del Piano

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