Arte, musei, storia e spiritualità a Mombaroccio

Tesori nascosti testimoniano i tempi che furono

Mombaroccio è un forziere di tesori nascosti che meritano di essere visitati e apprezzati, perché chicche uniche, testimonianze di epoche che furono. Della struttura originale della chiesa di San Marco, fatta erigere nel 1424 da Pier Francesco Rattoli grazie ai guadagni derivanti dalla sua attività di mercante a Venezia, e poi completamente ristrutturata, oggi rimane il timpano del portale d’ingresso, in cui è rappresentato il Leone di San Marco. Ma ciò che essa nasconde all’interno della sagrestia e nei locali dell’ex convento dei Girolomini non è meno significativo: qui, infatti, ha sede il Museo dell’Arte Sacra di Mombaroccio, sorto negli anni Ottanta grazie al lavoro di tanti volontari e volontarie che, con il sostegno della Pro Loco locale, hanno raccolto quadri, pale, incisioni, mobilia, paramenti sacri, tessuti con filamenti in oro e argento e oggetti sacri dei secoli dal XVI al XIX che erano custoditi nelle chiese disseminate nel territorio di Mombaroccio, testimonianza del lavoro di tanti artisti rimasti anonimi. L’ex convento dei Girolomini nasconde anche altri tesori, nelle grotte di tufo e nei sotterranei seicenteschi; qui, infatti, trova spazio un Museo della Civiltà Contadina, sorto negli anni Ottanta sempre grazie all’impegno e alla dedizione dei volontari coordinati dall’eccezionale passione di Varis Iacucci, mobaroccese doc attento a preservare e a tramandare nel tempo la memoria dei luoghi. Il Museo contiene strumenti, attrezzi di lavoro agricoli, artigianali e casalinghi di un periodo che abbraccia i secoli XVIII, XIX e XX. Sono dodici le stanze che compongono la struttura, scrigno di oltre cento pezzi, tra cui emergono una seminatrice a setaccio, una pesa pubblica, degli arnesi impiegati dal ciabattino, perfino una carrozza d’epoca. Varcare la soglia di questo museo è come tornare indietro nel tempo e rivivere la vita quotidiana dei contadini; sono state ricreati, infatti, locali che ricordano la cucina di una casa colonica, la neviera, la cantina, la stanza olearia… oltre alle botteghe di fabbri e falegnami. Troviamo, infine, all’interno dei locali della Torre Civica, il Museo del Ricamo, in cui sono conservati i ricami pregiati dell’antica tradizione popolare, legata alle donne di Mombaroccio. I pezzi più antichi risalgono al XV secolo, periodo nel quale veniva impiegata la tecnica del legaccio. Nel paese è attiva anche oggi una scuola di ricamo, i cui frutti possono essere ammirati dai visitatori che fanno capolino nei locali della Galleria della Torre. Non solo arte e musei, ma anche spettacoli a Mombaroccio: è stato infatti recentemente restaurato il Teatro comunale, risalente alla metà del Settecento. Riaperto nel 2013, oggi è luogo che racchiude il moderno coniugato a un sentore nostalgico del tempo che fu.

Mombaroccio

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