Urbino città ideale in forma di palazzo

La culla del Rinascimento

A Urbino tutto è arte, tutto è magia, tutto si compie nell’assoluta perfezione della città ideale; ogni sampietrino, ogni scalinata, ogni portico trasudano poesia. Poggiata sulle colline della Valle del Metauro, la città appare come una visione improvvisa, con il suo non aedifitio humano anzi divino Palazzo Ducale, così lo descrive il pittore Giovanni Santi, padre di Raffaello, che si staglia all’orizzonte, pienamente immerso nella natura che lo accoglie e che lo avvolge. Il cuore storico della città, un fervido centro cosmopolita, è rimasto intatto. Mentre si passeggia godendo del sole che appare e scompare tra i tetti addossati gli uni agli altri, spaziando sulle alture circostanti, aggrappandosi saldamente ai mancorrenti in ferro battuto che sporgono dai muri delle case per non scivolare lungo le ripide scalinate poco adatte al piede umano, ma ideali per gli zoccoli dei cavalli che all’epoca del Duca qui transitavano, ci si lascia affascinare dall’unica realtà Patrimonio dell’Umanità delle Marche. Una meraviglia di arte e armonia, dove si diffonde l’anima dell’epoca, dall’antico richiamo rinascimentale, il vero spirito di Urbino e degli urbinati. La bellezza matematica e geometrica si sposa con l’eleganza poliedrica che si avverte varcando le soglie del Palazzo Ducale, quella città in forma di palazzo, dove Castiglione illustra il fascino della corte di Guidobaldo da Montefeltro ed Elisabetta Gonzaga nel suo celeberrimo Cortegiano; quella città ideale dove prospettiva, armonia ed equilibrio del primo Rinascimento si uniscono nella perfezione di un luogo che non è più fortezza, bensì spazio aperto, condiviso, che segue regole architettoniche razionali e precise, ben delineate nel dipinto Città ideale. Urbino è Federico da Montefeltro, è l’espressione del Duca, del suo governo illuminato, modellato sui principi della fiducia.

Urbino

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