Gli elementi della natura cullano Cantiano, l’accarezzano e la viziano, prodighi dei loro doni. Da qui vediamo sollevarsi fino a forare le nuvole il Monte Catria, il Monte Acuto e il Monte Tenetra, che insieme formano una delle aree montane più importanti delle Marche.
Il massiccio, ombroso e severo all’apparenza, si lascia in realtà scoprire in tutta la sua meraviglia. Numerosi sono i sentieri tracciati lungo i suoi versanti, adatti tanto ad una tranquilla escursione quanto a un trekking più sportivo, che ci guidano tra i più nascosti recessi della montagna. La nuda roccia, solo apparentemente uniforme, rappresenta un autentico “atlante geologico” per la ricchezza di informazioni che all’osservatore attento raccontano la lunga storia di genesi e sviluppo dell’Appennino. Cuore verde della zona è la Riserva naturale del Bosco di Tecchie, un’area protetta di circa 195 ettari che lussureggiante si estende tra le Serre di Burano, una lunga catena montuosa che segna il confine con l’Umbria. Raggiungibile solamente attraverso le piccole vie che rispettose si snodano in mezzo agli alberi di alto fusto, quest’area boschiva non è stata toccata dalla mano dell’uomo e si conserva in tutta la sua purezza. I polmoni si riempiono d’aria libera da ogni impurità, mentre ci muoviamo tra i tronchi maestosi dei faggi secolari che coprono il cielo con le loro ampie chiome, cui si alternano, in questa tribù di giganti di legno e linfa, cerri imponenti dalle fronde vaporose. Ogni stagione tinge le foglie di queste e molte altre specie di colori nuovi, un ciclo che sembra suggerirci i vari periodi pittorici di un artista, e che sempre si rinnova. Il terreno umido, a tratti soffice come un tappeto, sotto cui si nascondono varie tipologie di funghi, è attraversato da una fauna eterogenea, dall’aspetto curioso. Possiamo sentire il gracidio acuto delle rane rosse o la fuga veloce di una salamandra pezzata, o ancora il passo grave degli zoccoli di qualche ungulato. Tanto nella Riserva, quanto in ogni altro angolo del Catria, l’acqua è una presenza costante, che con la sua frescura ammorbidisce la roccia e profuma l’aria. Fiumi, torrenti e rivoli d’acqua alimentano la verzura e rappresentano, fin dall’alba della sua fondazione, una ricchezza inestimabile per Cantiano e il suo intatto ecosistema.
Monte Catria